Antonio Bulgheroni, consigliere Federgolf

Un Consiglio Federale di primordine: il presidente della Federgolf, Franco Chimenti, ha scelto questa strada. Una scelta coraggiosa. Ma ha fatto bene. Per crescere ci vogliono persone preparate, autentici manager. Solo così anche in Italia il golf arriverà alla svolta. Dopo Andrea Agnelli, parliamo con Antonio “Toto” Bulgheroni, anche lui new entry nel Consiglio. Bulgheroni è uomo di sport, da sempre: classe ’43, è stato grande giocatore di basket (campione d’Italia e d’Europa) e presidente della Pallacanestro Varese. Cavaliere del lavoro, attualmente è Presidente e Amministratore Delegato della Lindt &Sprungli Spa.

Il golf e la recessione: secondo lei ci sarà un calo di consumi, meno persone si avvicineranno a questo sport?
“Qualunque sport me risentirà: ma credo che il golf ne risentirà meno rispetto ad altre Federazioni. Il motivo? I dirigenti – a livello nazionale, regionale e nei circoli- hanno tante possibilità di catturare l’attenzione di persone che ancora non conoscono bene questo sport-gioco difficile dal punto di vista tecnico e che richiede molta applicazione, umiltà nell’accettare i consigli. Uno sport dove puoi sempre migliorare. Tutti, a cominciare da Tiger Woods. Non esiste limite al miglioramento. Uno sport dove lotti contro te stesso, il campo…”.

Ma come si può davvero “vendere” secondo lei il prodotto-golf?

“Dobbiamo smitizzare quello che pensa chi non conosce bene questo sport, cioè che crede che il golf sia una disciplina da vecchi e da ricchi. Sbagliato. Le posso dire che costa meno che andare a sciare. La nostra Federazione può fare molto e ci siamo già messi al lavoro: dobbiamo puntare ancora sul tesseramento libero, sui campi pratica, su tutti gli sportivi in genere che possono avere un po’ di curiosità. Non sono pessimista per il futuro”.

I campi pratica in città: può essere una soluzione?
“Certo. Bisogna creare ambienti comodi, facilmente raggiungibili e dove non ci senta in soggezione”.

Sul fronte del turismo golfistico invece siamo terribilmente indietro.
“E’ vero: dobbiamo imparare dagli altri. Ci sono percorsi nei posti più belli del mondo. Io penso al nostro Sud, al clima meraviglioso che ha: ma bisogna fare “squadra”, tutti. Politici, imprenditori, noi della Federazione. Ci vogliono sinergie per sviluppare le potenzialità enormi che ha il sistema-Italia. E poi, diciamolo forte: i campi da golf non sono inquinanti, non deturpano il paesaggio…”.

In qualche caso all’estero lo hanno deturpato…
“Noi dobbiamo copiare le cose migliori. Non le peggiori. Ripeto: io sono ottimista”.

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